Analyze Basilicata
La prima campagna, trasparente e dal basso, nata per dare una risposta concreta alle criticità ambientali lucane.
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Financial Contributions
Top financial contributors
Individuals
€280 EUR since Jun 2018
€215 EUR since Sep 2017
€130 EUR since Oct 2016
€130 EUR since May 2020
€125 EUR since Oct 2016
€125 EUR since Feb 2017
€100 EUR since May 2020
€100 EUR since Aug 2020
€60 EUR since Dec 2019
€50 EUR since Oct 2020
€50 EUR since Apr 2023
€45 EUR since Sep 2016
€35 EUR since Oct 2016
€25 EUR since Nov 2017
€25 EUR since Jan 2019
Organizations
€10 EUR since Oct 2017
Analyze Basilicata is all of us
Our contributors 38
Thank you for supporting Analyze Basilicata.
Luca Perri
€45 EUR
Giusy Puppo
€24 EUR
Giorgio Santo...
€3 EUR
Andrea Spartaco
Vittorio Marino
Sostenitore
€280 EUR
Vladimiro Sabato
Sostenitore
€215 EUR
donatella
Sostenitore
€130 EUR
Osvaldo Bales...
Sostenitore
€125 EUR
Alessandro Fi...
Sostenitore
€125 EUR
Fabrizio Biga...
€100 EUR
Budget
Transparent and open finances.
€1,472.96 EUR
€1,490.96 EUR
€18.00 EUR
€47.00 EUR
About
Perché?
In pochi anni, l'Italia ed il mondo hanno imparato a conoscere gli angoli più suggestivi della Basilicata: i sassi di Matera, il castello di Melfi, le spiagge di Maratea, la ricca Venosa e gli splendidi borghi che tempestano il territorio della Regione da nord a sud sono diventati meta di folte schiere di turisti che iniziano ad apprezzare e ad amare la Lucania.
Come dargli torto, vista da fuori può sembrare un paradiso. E un paradiso, di sicuro, lo era.
Al turista che si arrampica accaldato per i Sassi, i problemi di questa terra malata arrivano come un'eco difficile da decifrare ed intendere. Esiste, però, un altro elenco di località meno belle, ma altrettanto importanti.
ITREC, Fenice, Tecnoparco, il COVA, Tempa Rossa, la Centrale del Mercure ed i SIN della Val Basento e di Tito. Nomi che non possono dire molto a chi vive la Regione pochi giorni l'anno. Quel che più stupisce, però, è che una simile sordità colpisca anche molti degli abitanti della Lucania.
La Basilicata, come tutte le cose belle, è una terra molto fragile.
Una fragilità che, oggi, è sotto gli occhi di tutti, grazie all'operato instancabile delle ecomafie di bassa ed alta estrazione sociale, che hanno utilizzato un territorio scarsamente abitato per tombare tonnellate di rifiuti; grazie allo stoccaggio di rifiuti ad alta radioattività; alle incessanti estrazioni petrolifere, alle connesse attività di trattamento e reiniezione; allo scarso monitoraggio ambientale e ad un controllo scadente, quando non assente. Soprattutto, però, grazie al silenzio e all'indifferenza dei suoi abitanti.
"Analyze Basilicata" nasce per sensibilizzare gli italiani e, prima, i lucani sulle pressanti emergenze ambientali che colpiscono la Regione: guardiamo in faccia la realtà, fermiamo la narrazione del paese in cui tutto funziona. Non per il gusto di essere negativi o disfattisti, ma per aprire gli occhi ed insieme invertire la rotta.
Quando ognuno avrà rubato quel che può, che almeno ci abbia lasciato una coscienza più forte e la voglia di difendere questa terra incantata.
Cosa facciamo
“Analizziamo la Basilicata” nasce nell’estate del 2015 come iniziativa dell’associazione COVA Contro, volta alla raccolta di fondi necessari a dare una risposta concreta e scientifica alle criticità ambientali lucane. In pochi mesi, la Campagna ha raccolto centinaia di sottoscrizioni tramite la sua pagina Facebook.
Con quei fondi - svariate migliaia di euro - è stata acquistata la necessaria strumentazione, sono stati eseguiti campionamenti in situ in molteplici punti della Regione ed analisi chimiche presso laboratori accreditati da Accredia (l’ente unico italiano di accreditamento scientifico).
Su quegli esami si basano anche alcuni dei pezzi d’inchiesta pubblicati sul quotidiano online Basilicata24.it e, successivamente, sul blog Punto eBasta.
La fiducia dei donatori è, naturalmente, un valore essenziale. È per questo che Analizziamo la Basilicata è nata come un’iniziativa trasparente, con una costante rendicontazione di introiti e spese sostenute e di cui Open Collective rappresenta l'ultima evoluzione.
Allo stesso modo, i dati raccolti ed ogni altra informazione relativi alla Campagna sono pubblici, così come lo sono i volti di coloro che a questa campagna lavorano e quelli di coloro i quali l’hanno finanziata.